“Café Society”: semplicemente delizioso

Il nuovo film di Woody Allen, presentato fuori concorso al 69° Festival di Cannes: parliamo del meraviglioso “Café Society”.

Stati Uniti, anni ’30 del secolo scorso. Il giovane Bobby Dorfman (Jesse Eisenberg) lascia il Bronx alla volta di Los Angeles, attratto dal fascino della Hollywood delle grandi stelle del cinema e delle lussuose ville ma anche dalla possibilità di dare una svolta alla propria vita. A dargli una possibilità è lo zio Phil Stern (Steve Carell), un agente cinematografico che si è affermato in quell’ambiente costruendo un giro d’affari e di amicizie molto redditizio, curando gli interessi artistici ed economici di vari artisti. Bobby, che per la verità ha solo l’occasione, inizialmente, di sbrigare pratiche burocratiche e poco più, conosce intanto l’affascinante Vonnie (Kristen Stewart), segretaria di Phil. La ragazza, che resta attratta dall’intelligenza e dal carattere di Bobby – il quale, già totalmente innamorato, la adora e la fa sentire importante – gli precisa che ha un fidanzato, e non si sente pronta a lasciarsi andare. Ma anche per Vonnie presto sboccerà l’amore. Eventi imprevisti faranno però scegliere a Bobby di tornare a New York, dove, dal fratello Ben (Corey Stoll) – un potente gangster – otterrà la possibilità di poter gestire un prestigiosissimo locale notturno di Manhattan, ritrovo dell’alta società newyorkese, dove conosce anche la bellissima Veronica (Blake Lively)


Delicato ed emozionante. Divertente e amaro allo stesso tempo. “Café Society” è il 46° lungometraggio scritto e diretto da Woody Allen (47° se consideriamo anche il corale “New York Stories” del 1989) e, nonostante quello che molti dicono da almeno vent’anni, il suo cinema resta ancora un riferimento nel panorama internazionale. Ho letto molte critiche e commenti discordanti su “Café Society”, del tipo “Allen si ritiri” o “ogni film di Allen è sempre lo stesso film” o “questo è un film che dice assolutamente nulla” ma, con il massimo rispetto per le opinioni di tutti… non sono d’accordo . Un autore infatti può sempre insistere e tornare su argomenti sui quali sente di dover approfondire da diverse angolazioni e donando varie sfaccettature… ed è il caso di grandi registi, e nello specifico Allen anzi realizza una delle sue migliore opere in carriera.

“Café Society” racconta una storia d’amore, di quelle che nascono per caso, sembrano complicate, ma poi sbocciano e né il tempo né gli eventi riescono a farle concludere (“Certe emozioni non muoiono mai. È un bene o un male?” cit.). C’è molto del cinema alleniano: la critica verso quel mondo dorato che Hollywood rappresenta, al quale ha sempre preferito la sua New York; la sferzante autoironia verso la cultura ebraica (“Se la religione ebraica avesse inventato l’aldilà avrebbe avuto più clienti”, cit.), che spesso gli ha causato critiche da esponenti del mondo israelita; il materialismo e il disincanto, che caratterizza in varie fasi del racconto sia Bobby che Vonnie, non è altro che affermare che in realtà l’amore puro, quello ‘ideale’, esiste fino a un certo punto, quando è il momento di scegliere tra un sogno meraviglioso ma fragile sulle prospettive da vita agiata e una relazione molto meno entusiasmante ma più ‘solida’ economicamente. Tutto questo su uno sfondo meraviglioso quali gli anni ’30, tra il lusso sfrenato della costa Ovest e di Los Angeles, dove si trovano produttori, agenti, attori, attrici, ma si ha anche la possibilità di entrare in un mondo incantato quanto effimero… e l’aria di città che si respira a New York, moderna e più grigia, ma affascinante e ricercata, dove l’alta società, per chi la frequenta, regala grandi opportunità. Ma piena anche di gangster, truffatori, affaristi e con i venti di guerra non troppo lontani nel tempo.
Contribuiscono a questo la scenografia di Santo Loquasto, i costumi di Suzy Benzinger (con splendidi Chanel per le attrici protagoniste) e la fotografia magnifica di Vittorio Storaro, che coglie perfettamente le atmosfere del film e le trasferisce nei suoi colori, compito non semplice anche perché si trattava della prima opera in digitale di Woody che comporta un lavoro tecnico differente dalla pellicola specie in questo settore.


Allen propone una sceneggiatura brillante sui dialoghi e ben costruita, non tanto sull’esclusività della trama, quanto sull’intreccio fra i personaggi e le loro scelte, che li destinano a una difficoltà nel godere appieno della propria esistenza: “La vita è una commedia scritta da un sadico che fa il commediografo” (cit.). Woody, che è anche narratore nella versione originale del film (doppiato qui dal grande Leo Gullotta, amico e collega teatrale del compianto Oreste Lionello, voce italiana storica di Allen), accompagna in punta di piedi la storia e il suo alter-ego sullo schermo, il dapprima insicuro, timido e indeciso Bobby che poi cambierà totalmente al ritorno nella sua New York e nella Manhattan dei sofisticati locali, legato però alla sua essenza dal ricordo di un amore mai finito. Reso perfettamente da Jesse Eisenberg, che fa proprie le nevrosi (compreso un inspiegabile rifiuto a una bellissima ragazza come Candy/Anna Camp!), la parlantina e le movenze del tipico personaggio alleniano, e che trova in una Kristen Stewart, inaspettatamente efficace nell’interpretazione quanto sensuale e affascinante, la fatale Vonnie. Come non sottolineare poi le prove attoriali di Steve Carell, che ha raggiunto la maturità artistica e non sbaglia più un colpo, e di Corey Stoll, alla sua seconda partecipazione in un film di Allen dopo “Midnight in Paris”, e , naturalmente, la presenza di Blake Lively, la cui bellezza è pari al talento.

Il voto di “Ieri, Oggi, Domani”

3-stelle-e-mezzo

“Café Society”: semplicemente delizioso.

Locandina italiana Café Society


La scheda del film

“Café Society”, regia di Woody Allen – USA 2016 – Commedia
interpreti principali e ruoli: Jesse Eisenberg (Bobby Dorfman), Steve Carell (Phil Stern), Kristen Stewart (Vonnie), Blake Lively (Veronica), Corey Stoll (Ben Dorfman), Ken Stott (Martin Dorfman), Jeannie Berlin (Rose Dorfman), Parker Posey (Rad), Anna Camp (Candy), Stephen Kunken (Leonard), Sari Lennick (Evelyn), Paul Schneider (Steve), Sheryl Lee (Karen)
Soggetto e Sceneggiatura: Woody Allen
Fotografia: Vittorio Storaro
Montaggio: Alisa Lepselter
Scenografia: Santo Loquasto
Costumi: Suzy Benzinger
Casting: Patricia Kerrigan Di Certo, Juliet Taylor
Prodotto da FilmNation Entertainment, Gravier Productions, Perdido Productions per Warner Bros. Pictures Italia
Formato: a colori
Durata: 96′
Uscita italiana: 29 Settembre 2016
Uscita USA: 5 Agosto 2016

Per le citazioni, si ringrazia Coccinema

Pubblicato da Giuseppe Causarano

Laureando in Storia, politica e relazioni internazionali presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Catania e giornalista cinematografico presso diversi siti e testate italiane, mi dedico da sempre alle mie più grandi passioni, il Cinema e la Musica (e in particolare le colonne sonore), che rappresentano i miei punti di riferimento personali. Tra i miei interessi anche i principali eventi internazionali dell'attualità, dello spettacolo, dello sport (soprattutto motori, calcio e ciclismo) e della cultura in generale.

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