Golden Globes, nel trionfo di Oppenheimer vince il cinema. Un invito per l’Academy

Golden Globes 2024 Oppenheimer

Sono stati criticati, contestati, giudicati e da più parti invitati a cambiare, ma adesso sono tornati, e hanno messo d’accordo (quasi) tutti: parliamo dei Golden Globe, i premi annuali assegnati dalla nuova Golden Globe Foundation, che da quest’anno ha preso il posto della Hollywood Foreign Press Association, sciolta nel 2023 dopo gli scandali che l’avevano travolta.

Adesso, l’associazione è composta da 300 giornalisti di comprovata esperienza nel settore dei media dedicati all’intrattenimento, in rappresentanza di 75 Paesi e con all’interno un’equa divisione tra uomini e donne, appartenenti a diverse etnie. Il nuovo corso imposto da Dick Clark Productions e Golden Globe Foundation ha reso inoltre la cerimonia più interessante e divertente, centrando perfettamente l’obiettivo che si erano posti. Ma il traguardo più importante raggiunto dai Golden Globe 2.0 è stato quello di aver insignito le reali eccellenze del panorama cinematografico e televisivo dell’ultimo anno, come difficilmente era accaduto nelle stagioni più recenti.

Soffermiamoci più attentamente sui premi del grande schermo, lì dove c’è stato un grande trionfatore: Oppenheimer.

Semplicemente, il migliore

Christopher Nolan Golden Globes
Christopher Nolan

Pubblico e critica unite nel plauso condiviso, quasi un miliardo di dollari al botteghino internazionale, il film biografico di maggior incasso di sempre. In realtà, Oppenheimer è più che un semplice biopic: è anche un thriller politico e un dramma storico, con al centro la figura dello scienziato che ha creato, insieme a una squadra di menti altrettanto brillanti, la bomba atomica commissionata dal governo statunitense nel 1942. Tre anni dopo, sarebbe stata utilizzata contro il Giappone, su Hiroshima e Nagasaki. “Io sono morte, distruttore di mondi”, dirà di sé stesso Robert J. Oppenheimer. Christopher Nolan racconta l’uomo e la sua tragedia personale, quando dovrà fare i conti con la propria coscienza. Ad aggravare la propria esistenza, il processo politico che Oppenheimer subirà nel dopoguerra, accusato di comunismo durante il maccartismo e la “caccia alle streghe”.

Una sceneggiatura che si incastra perfettamente nelle tre parti in cui il film è diviso, una regia sontuosa, un cast artistico eccezionale e un comparto creativo perfetto: Oppenheimer è un capolavoro che aggiunge una gemma preziosissima alla carriera di Nolan, ed è semplicemente il miglior film dell’anno. Qualcuno potrà obiettare; altri potranno aggiungere che quella del 2023 è stata un’annata di grande cinema, ed è assolutamente vero, e che Oppenheimer non è il solo grande film; ma è difficile non riconoscere la portata cinematografica di un’opera così importante.

I trecento membri dei Golden Globe hanno dunque premiato un’assoluta eccellenza, con ben cinque statuette: Miglior Film Drammatico, Miglior Regista, Miglior attore drammatico (uno straordinario Cillian Murphy), Miglior attore non protagonista (un magnifico Robert Downey Jr.) e Miglior colonna sonora (firmata da Ludwig Göransson). Nelle ultime annate, difficilmente la vecchia Hollywood Foreign Press Association aveva prediletto un’unica opera con i premi principali ma, stavolta, la nuova Golden Globe Foundation non poteva affatto esimersi.

Premi di qualità

Emma Stone Golden Globes
Emma Stone

A completare il quadro praticamente perfetto sono anche gli altri premi. Due Golden Globe sono andati a Povere creature!, il film diretto da Yorgos Lanthimos, Leone d’oro a Venezia, che ha ricevuto i premi come miglior opera commedia/musicale e per la miglior attrice in questa categoria, ovvero una straordinaria Emma Stone, la quale ha bissato il successo ottenuto nel 2017 con La La Land, alla sua ottava candidatura. Due Golden Globe anche per The Holdovers – Lezioni di vita, il film di Alexander Payne che ha visto premiati Paul Giamatti e Da’Vine Joy Randolph, rispettivamente miglior attore in un’opera commedia/musicale e miglior attrice non protagonista. Due statuette anche per Anatomia di una caduta, Palma d’oro a Cannes e qui ai Globe premiato come Miglior Film non in lingua inglese e per la miglior sceneggiatura, firmata dalla regista Justine Triet e da Arthur Harari. A sorpresa, infine, Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki ha superato i colossi statunitensi dell’animazione come Spider-Man: Across The Spider-Verse e Super Mario Bros. – Il Film, imponendosi nella propria categoria.

E Barbie? Il fenomeno pop dell’anno si è dovuto accontentare dei premi per la Miglior canzone, ovvero “What Was I Made For” di Billie Eilish e Finneas O’Connor, e del nuovo “premio blockbuster”, con il quale la Golden Globe Foundation ha voluto premiare le pellicole di maggior incasso. Un’idea che aveva anche avuto qualche anno fa anche l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences (A.M.P.A.S.), salvo poi ritornare sui propri passi. Ma è una categoria così necessaria?

Appunti per l’Academy

Robert Downey Jr. Cillian Murphy Golden Globes
Cillian Murphy e Robert Downey Jr.

A proposito dell’Academy: gli Oscar, negli ultimi anni, sono stati spesso oggetto di critiche a causa delle scelte incomprensibili operate dai vertici dell’Accademia e dai suoi ottomila membri votanti, che hanno minato alle fondamenta la storia dei premi più prestigiosi e la loro credibilità. Basterà soltanto menzionare la decisione di escludere dalla cerimonia del Dolby Theatre la consegna di alcune statuette tecniche o la premiazione di film decisamente poco rilevanti a discapito di opere di maggiore portata: ultimo esempio è il delirio collettivo che ha fruttato sette Oscar a Everything Everywhere All At Once il quale, a distanza di nemmeno un anno, è già finito nel dimenticatoio, com’era prevedibile. Per molti, ma non per l’Academy, in piena confusione tra l’indirizzo politico con il quale connotare gli Oscar e scelte da operare in nome della piena rappresentatività e parità (di genere, ma non solo), sacrificando però più volte la qualità cinematografica. Il dilemma è stato: premiare per convenienza o premiare per merito? E non è proprio possibile coniugare inclusione, uguaglianza e meritocrazia?

È forse troppo presto per affermarlo con certezza perché i Golden Globe si sono appena celebrati, ma appare chiaro come la profonda e necessaria ristrutturazione portata avanti dalla nuova Foundation abbia portato i suoi frutti. Le candidature hanno garantito la più ampia rappresentatività, tanto da superare finalmente le questioni white/black o men/women tristemente emerse in passato, dove il disequilibrio era evidente. Le statuette assegnate hanno successivamente premiato le migliori proposte cinematografiche e televisive dell’anno appena trascorso, in maniera assolutamente indiscutibile. Gli 81° Golden Globe sono riusciti, in sostanza, a compiere un miracolo, che ci si augura possa essere seguito da scelte illuminate anche nei prossimi appuntamenti dell’Awards Season, che come sempre culminerà negli Oscar.

Sappiamo, ovviamente, che paragonare Golden Globe e Oscar è compito arduo, data la struttura profondamente differente tra i due premi. Trecento votanti (con l’HFPA erano appena novanta) contro i già citati ottomila, una nuova fondazione contro un’Accademia che esiste da oltre novant’anni. Si è sempre detto, però, che i Golden Globe siano i riconoscimenti che ‘anticipano’ gli Oscar: è vero, ma altrettanto spesso le statuette dell’Academy hanno preso strade diverse dal previsto, a volte in maniera corretta, altre volte del tutto errata. In questo 2024, però, l’auspicio è che gli Oscar seguano del tutto i Golden Globe, perché non è possibile, a parere di chi Vi scrive, scegliere in una maniera migliore di quanto sia stato fatto nella serata del The Beverly Hilton Hotel di Los Angeles. Che l’Academy non sprechi, inseguendo falsi miti, il valore dei propri riconoscimenti.

La lista dei vincitori degli 81° Golden Globe

CINEMA

Golden Globes Justine Triet
Justine Triet

Miglior film drammatico: Oppenheimer

Miglior film commedia/musicale: Povere Creature!

Miglior attore in un film drammatico: Cillian Murphy, Oppenheimer

Miglior attrice in un film drammatico: Lily Gladstone, Killers of the Flower Moon

Miglior attore in un film commedia/musical: Paul Giamatti, The Holdovers – Lezioni di vita

Miglior attrice in un film commedia/musical: Emma Stone, Povere creature!

Miglior attrice non protagonista: Da’Vine Joy Randolph, The Holdovers – Lezioni di vita

Miglior attore non protagonista: Robert Downey Jr., Oppenheimer

Miglior regia: Christopher Nolan, Oppenheimer

Miglior sceneggiatura: Justine Triet e Arthur Harari, Anatomia di una caduta

Miglior film d’animazione: Il ragazzo e l’airone

Miglior film straniero: Anatomia di una caduta

Miglior colonna sonora originale: Ludwig Göransson, Oppenheimer

Miglior canzone originale: “What Was I Made For?”, Barbie

TELEVISIONE

Succession Golden Globes 2024
Il cast di Succession

Miglior serie commedia: The Bear

Miglior serie drammatica: Succession

Miglior attrice in una serie drammatica: Sarah Snook, Succession

Miglior attore in una serie drammatica: Kieran Culkin, Succession

Miglior attore in una serie commedia: Jeremy Allen White, The Bear

Migliore attrice in una serie commedia: Ayo Edebiri, The Bear

Miglior miniserie o film tv: Beef

Miglior attore in una miniserie o film tv: Steven Yeun, Beef

Miglior attrice in una miniserie o film tv: Ali Wong, Beef

Miglior attrice non protagonista in una serie tv: Elizabeth Debicki, The Crown

Miglior attore non protagonista in una serie tv: Matthew MacFadyen, Succession

Miglior stand-up comedy: Ricky Gervais, Armageddon

Pubblicato da Giuseppe Causarano

Laureando in Storia, politica e relazioni internazionali presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Catania e giornalista cinematografico presso diversi siti e testate italiane, mi dedico da sempre alle mie più grandi passioni, il Cinema e la Musica (e in particolare le colonne sonore), che rappresentano i miei punti di riferimento personali. Tra i miei interessi anche i principali eventi internazionali dell'attualità, dello spettacolo, dello sport (soprattutto motori, calcio e ciclismo) e della cultura in generale.

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