Una gara con colpi di scena uno dietro l’altro nella seconda parte, che hanno rimescolato i valori in campo e stravolto la classifica finale: a Shanghai vince Ricciardo su Red Bull, sul podio insieme a lui salgono Bottas (Mercedes) e Raikkonen (Ferrari), mentre Hamilton chiude quarto e Vettel addirittura ottavo, dopo aver vanificato la pole nei primi giri e aver ricevuto anche lo speronamento del solito Verstappen, ormai un incubo per tutti i piloti, soprattutto se in tuta rossa…
LA GARA
Partenza regolare ma con Vettel che chiude troppo su Raikkonen, partito al suo fianco, e che costringe il finlandese a rallentare e subire il sorpasso da Bottas e Verstappen. Inizio di gara che non registra scossoni ma il sole spuntato su Shanghai contribuisce a riscaldare la pista, con le temperature che si innalzano come mai accaduto nel weekend. Questo disturba certamente la Ferrari, velocissima al sabato al freddo, ma anche la Mercedes, apparsa in discreta forma sul passo gara al venerdì. Peraltro, entrambe le scuderie attuano la strategia più ovvia a una sosta, con partenza sulle soft e passaggio alle medie, ma, anziché riuscire a congelare le posizioni, attorno alla 20^ tornata la Ferrari tiene fuori troppo a lungo Raikkonen e fa rientrare con un giro di ritardo Vettel, lasciando pista libera a Bottas che stampa un gran tempo e si prende la vetta della corsa. Errore grave di valutazione ma, poco dopo, Gasly va a colpire in fase di sorpasso il compagno Hartley: gara rovinata per le Toro Rosso, 10” di penalità al francese e Safety Car in pista causa numerosi detriti. A quel punto le Red Bull, che avevano già effettuato il passaggio da ultrasoft a medie, rientrano una dietro l’altra montando le gomme soft e approfittando del rallentamento forzato del gruppo, per tornare in pista sostanzialmente poco distanti dalle posizioni che occupavano. Così, alla ripartenza, mentre Vettel non riesce a superare Bottas, Ricciardo inizia una rimonta eccezionale, infilando Raikkonen, poi approfittando dell’uscita di pista di Verstappen che non riusciva ad affondare su Hamilton, il quale però subisce l’attacco dell’australiano che sfodera una manovra magistrale. Poco dopo, però, l’olandese si riporta dietro Lewis e lo passa, quindi si dirige all’assalto di Vettel, sorpassato a sua volta dall’incontenibile Ricciardo. Ferrari, come la Mercedes, in difficoltà con le gomme medie e più lente sul passo gara nei confronti delle Red Bull. Verstappen così cerca di affondare sul tedesco del Cavallino ma, in fondo al tornantino nel terzo settore, entra dove non avrebbe dovuto, speronando Vettel che va fuori pista riuscendo a rientrare ma con la fiancata destra danneggiata, scivolando così fino all’ottava posizione (passato anche da Magnussen e da un poco corretto Alonso). Per Verstappen scattano 10” di penalità (ma sarebbe stato più appropriato il “vecchio” stop & go) ed è soprattutto l’ennesima dimostrazione di non adeguatezza alla categoria: non è possibile rappresentare un pericolo per qualunque avversario si trovi davanti, non è ammissibile entrare come un missile in ogni sorpasso, non tenendo conto delle conseguenze e sapendo, oltretutto, di restare il più delle volte impunito dai commissari della FIA. E protetto, oltre ogni logica, dai vertici della Red Bull. Peraltro, per lui viene spesso sacrificato Ricciardo che invece è ormai maturo per lottare stabilmente al vertice ma viene trattato come il ‘secondo’ dal suo team. Ma il buon Dani non fa polemiche, replica in pista, infila anche Bottas e vola verso la vittoria, con il finlandese che deve difendersi anche dal ritorno di Raikkonen negli ultimi giri.
Mondiale sempre più aperto, dunque, con una Mercedes ancora a secco dopo tre gare e che deve guardarsi non solo da una Ferrari altrettanto veloce e affidabile, ma anche da una Red Bull sempre eccellente dal punto di vista aerodinamico e pronta ad approfittare della situazione in condizioni di gara incerte. Certo che, da Shanghai, ad uscire sconfitta è soprattutto la scuderia di Maranello.
LE PAGELLE
Voto 10 a Ricciardo: la Safety Car a metà corsa apre la roulette cinese e ad approfittare della situazione è l’australiano che, quando c’è incertezza in pista, è il pilota sul quale scommettere. Infila tre, quattro sorpassi perfetti e dà lezioni di guida al suo compagno di squadra, dimostrando come il punto di forza di casa Red Bull a dovrebbe essere lui. Per la lotta per il campionato Daniel c’è.
Voto 9 alla Red Bull: strategia coraggiosa e azzeccatissima, avendo poco da perdere dopo le prime due gare da dimenticare, ma dal muretto dimostrano di essere i più rapidi e lucidi nell’interpretare le condizioni della pista, azzardando a ragione la doppia sosta e sfruttando la Safety Car.
Voto 8 a Bottas: gli manca sempre lo spunto vincente, ma si dimostra più costante di Hamilton e sembra comprendere meglio la propria vettura. Prima parte di gara eccellente, paga la scelta del box sulla strategia e non può difendersi così da Ricciardo.
Voto 7 al team Renault: Hulkenberg ottimo sesto, Sainz nono. Vettura migliorata rispetto alla passata stagione e piloti concreti, che possono sfruttare anche una maggior competitività della Power Unit francese (della quale beneficiano anche Red Bull e McLaren).
Voto 6 a Raikkonen: partenza intelligente, chiuso troppo ferocemente da Vettel (“se non avessi frenato ci saremmo toccati con Seb”, ammette a fine gara) ma che gli costa due posizioni e lo vede costretto a una gara in rimonta. Chiude bene e sfiora anche la seconda piazza. È un Kimi in grande spolvero.
Voto 5 a Vettel: partenza appunto troppo aggressiva nei confronti del compagno, ma non trova mai un passo gara convincente e, sia per sua poca reattività, che per l’errore dal muretto, subisce l’undercut da Bottas, non riuscendo più a reagire, fino alla collisione con Verstappen; e aver portato a casa qualche punto è il massimo possibile in quella situazione.
Voto 5 a Ferrari e Mercedes: sbagliano entrambi la strategia, con l’aggravante per Maranello di aver permesso a Bottas di passare Vettel già con la prima sosta e nell’aver vanificato la prima fila in qualifica.
Voto 5 a Hamilton: infilato più volte dalle Red Bull, mai competitivo, sempre in difficoltà con le gomme. Dimostra ancora una volta che, quando la Mercedes non è perfetta, lui non sa rimediare. Il quarto posto finale è più frutto del caso che dei suoi meriti.
Voto 4 ad Alonso: un sorpasso inutilmente aggressivo e pericoloso su un Vettel che comunque qualche curva dopo non avrebbe potuto tenerlo dietro, vista la Ferrari danneggiata. Fernando ha ancora un complesso non superato nei confronti del Cavallino.
Voto 3 a Gasly: eroe a Sakhir, scapestrato a Shanghai, rovinando la sua gara, quella di Hartley e soprattutto la giornata alla Toro Rosso.
Voto 2 a Verstappen: ormai non c’è molto da aggiungere. Alla quarta stagione da pilota titolare e 63 GP disputati, non ha ancora capito di essere nella categoria automobilistica più importante e difficile al Mondo, e ciò pretende massima professionalità e attenzione, oltre una grande abilità. Ogni avversario che lo ha davanti o dietro deve temere per qualsiasi manovra, perché può affondare il colpo quando vuole e sempre apportando dei danni. Specie contro la Ferrari ha un conto aperto ma oltre la sua manifesta testardaggine e incapacità nel saper aggiustare la propria condotta di gara, le colpe vanno divise con Helmut Marko e la Red Bull, che lo trattano come il novello fenomeno della F1 (senza esserlo), e FIA e FOM, immobili nel prendere giusti provvedimenti.
Prossimo appuntamento con la Formula 1 il prossimo 29 Aprile a Baku, con il Gran Premio d’Azerbaijan.
FORMULA 1 2018 HEINEKEN CHINESE GRAND PRIX
Classifica di gara (prime posizioni)
Classifica Piloti (prime posizioni)
Classifica Costruttori
Credits: Formula 1 Official, Sky Sport HD