Una piacevole sorpresa nel panorama attuale dei cinecomic: parliamo di “Wonder Woman”, un film diretto da Patty Jenkins e con la splendida Gal Gadot protagonista.
(attenzione: piccoli spoiler) Diana (Gal Gadot) è l’unica figlia di Hyppolita (Connie Nielsen), la regina delle Amazzoni. Esse svolgono un ruolo ben preciso: proteggere la Terra dal ritorno del potente Ares, dio della guerra figlio di Zeus che per millenni ha seminato odio tra gli uomini, per scatenare conflitti e ribadire la sua forza rispetto al padre. Ma, quando dalla lotta uscì battuto, da allora si attende una nuova guerra, la più grande mai vista. Cresciuta nell’isola Themyscira, invisibile e meravigliosa, offerta alle Amazzoni da Zeus, Diana sogna di diventare una grande guerriera e la zia Antiope (Robin Wright), la migliore tra esse, ne coltiva l’addestramento. La forza di Diana, le cui origini divine l’hanno donata di poteri di cui lei stessa non è ancora consapevole, aumenta sempre di più finché un giorno un aereo militare precipita nel mare di Themyscira. La ragazza salva il pilota, che si rivela essere la spia americana Steve Trevor (Chris Pine), il quale le racconta che nel Mondo al di fuori dall’isola è in corso una guerra senza confini, che ha già causato milioni di morti, e che la sua prossima missione consiste nel fermare la creazione di armi potenzialmente catastrofiche. Diana sente che è il momento di scendere in battaglia, certa che sia proprio Ares ad aver scatenato l’inferno, e solo lei può annientarlo, riportando la pace… (fine spoiler)
Non era affatto semplice per Warner Bros. e DC Comics realizzare questo film. Dopo aver sì pianificato l’Extended Universe che avrebbe dovuto esplorare gli ampi confini dei supereroi della casa fumettistica, c’era anche da farlo bene e con successo, per tenere testa – nella lotta al botteghino e sugli introiti complessivi – alla Marvel/Disney. Dopo l’interessante Man of Steel, il controverso Batman v Superman: Dawn of Justice (che è stato follemente ridotto, per varie ragioni, a 150′ nella versione cinematografica anziché gli integrali 180′ presentati poi nella Ultimate Edition in blu-ray) e il discusso Suicide Squad, questa volta era importante cercare di far convergere il più possibile su un giudizio positivo i fan e la critica.
Il riscontro iniziale, favorevole quasi unanimemente, e gli incassi più che convincenti dei primi giorni dall’uscita del film possono far gioire la Warner, nonostante soprattutto in Europa molti abbiano invece poco considerato il film e soprattutto abbiano già giudicato come ‘politico’ il sostegno della stampa americana, in un periodo nel quale – con la presidenza Trump – occorrerebbe riaffermare valori condivisi che rischiano di scivolare in secondo piano e, tra questi, il ruolo delle donne, dato che lo stesso Trump è stato più volte accusato, a ragione, di misoginia; e qui abbiamo una protagonista molto iconica. A parte il fatto che questo appare un giudizio del tutto affrettato e superficiale, e più tendente a non riconoscere i meriti del film che altro, avrei voluto vedere le stesse alzate di scudi quando molta della stessa critica USA auspicava premi politici durante l’Awards Season e soprattutto agli Oscar, così come poi accaduto e provocando un effetto a catena che ha danneggiato film più meritevoli.
A mio parere Wonder Woman è forse il capitolo più riuscito del DCEU, anche per la sua linearità, e certamente uno dei cinecomic più interessanti anche per ambientazione. Lo scenario della Prima Guerra Mondiale (inedito rispetto ai fumetti originali con WW) è quantomai azzeccato per tempismo (si celebrerà nel 2018 il centenario dalla fine del conflitto) e significativo: Diana infatti si troverà immersa nella prima guerra moderna, tecnologica e di massa della storia dell’umanità. Il suo senso di responsabilità è tale che non potrà sottrarsi al compito per il quale è destinata.
Allo stesso tempo, colpisce come sia stato scritto il suo personaggio: è una ragazza cresciuta in un luogo immaginifico (le cui riprese esterne si sono svolte in Italia), allevata solo da donne forti e determinate, ha un’intelligenza e un bagaglio culturale superiore a chiunque altro ma non sa nulla, o quasi, del mondo all’esterno di Themyscira, e ancora meno degli uomini. Steve Trevor sarà per lei il primo (e forse unico) uomo capace di capirne la sua complessità, comprendendone poco alla volta la vera essenza.
Poteva esserci una Wonder Woman migliore di Gal Gadot? No, probabilmente. Di una bellezza tanto naturale quanto delicata, fisicamente eccezionale e molto migliorata anche nell’espressività rispetto a quanto avevamo visto in Batman v Superman: è lei la nuova icona di casa Warner/DC e il suo ruolo sprizza, da ogni parte, il cosiddetto girl power: Diana, che conserva l’ingenuità di chi scopre per la prima volta ciò che la circonda, saprà prendersi su di sé la responsabilità di una missione da completare e sarà lei a decidere per suo conto, senza imposizioni dall’alto (specie di altri uomini). Totalmente indipendente, mai impaurita dal confronto, sempre diretta all’obiettivo.
Dal punto di vista tecnico, magari, la perfezione del film non è così vicina. La regia di Patty Jenkins emerge per buona parte dell’opera, per quanto verso il finale l’effetto Snyder prenda un po’ il sopravvento. La sceneggiatura di Allan Heinberg è buona nel complesso, ma non mancano qualche incertezza e una certa sbrigatività in alcuni tratti, ma direi questi difetti trascurabili ai fini della riuscita del film; forse si sarebbe potuto fare molto di più sui dialoghi, anche se credo che la traduzione per il doppiaggio italiano abbia le sue responsabilità, e quindi sospenderei il giudizio da questo punto di vista fino a una visione in lingua originale, quantomeno. Spiccano poi la buona fotografia di Matthew Jensen e la colonna sonora di Rupert Gregson-Williams (col tema dirompente di Wonder Woman composto da Junkie XL con Hans Zimmer per Batman v Superman solo accennato, anche per dare un approccio più in linea con il personaggio qui alle origini e non già al massimo della sua forza come nei fatti narrati nel film precedente). Inoltre, ai più attenti non sfuggiranno un paio di belle citazioni.
Il DC Extended Universe, dopo le incertezze iniziali, con Wonder Woman ha dunque tirato fuori l’asso che può sparigliare, per il meglio, il proprio progetto a medio e lungo termine.
Valutazione di Ieri, Oggi, Domani
Wonder Woman è una ventata d’aria fresca nel panorama sempre così uguale a sé stesso dei cinecomic degli ultimi anni. Warner Bros. e DC Comics sono tornate a rischiare, mantenendo una coerenza narrativa ma proponendo dei nuovi elementi nel suo percorso di Extended Universe. E poi, c’è la splendida Gal Gadot, che merita ogni complimento.
La scheda del film
Wonder Woman, regia di Patty Jenkins – USA 2017 – Fantastico, Azione, Drammatico
interpreti principali: Gal Gadot (Diana), Chris Pine (Steve Trevor), Connie Nielsen (Hippolyta), Robin Wright (Antiope), Danny Huston (Ludendorff), David Thewlis (Sir Patrick), Saïd Taghmaoui (Sameer), Ewen Bremner (Charlie), Lucy Davis (Etta), Elena Anaya (Dr. Maru), Lilly Aspell (Diana a 8 anni), Lisa Loven Kongsli (Menalippe), Ann Wolfe (Artemis), Ann Ogbomo (Philippus), Emily Carey (Diana a 12 anni)
Soggetto: Zack Snyder, Allan Heinberg, Jason Fuchs, con i personaggi creati da William Moulton Marston
Sceneggiatura: Allan Heinberg
Fotografia: Matthew Hensen
Montaggio: Martin Walsh
Costumi: Lindy Hemming
Scenografia: Aline Bonetto
Musica: Rupert Gregson-Williams
Casting: Kristy Carlson, Lora Kennedy, Lucinda Syson
Una presentazione Warner Bros. Pictures, prodotto da DC Entertainment, Atlas Entertainment, Cruel & Unusual Films, Dune Entertainment, Tencent Pictures, Wanda Pictures per Warner Bros. Pictures Italia
Formato: a colori
Durata: 141′
Uscita italiana: 1° Giugno 2017
Uscita USA: 2 Giugno 2017