«Ti vogghiu fari cuntentu Totò… ora ti cuntu ‘na cosa. Assittamuni un poco.»
(Alfredo): «Una volta un Re fece una festa e c’erano le principesse più belle del regno… basta!
Ma un soldato che faceva la guardia vide passare la figlia del Re. Era la più bella di tutte e se ne innamorò subito. Ma… ma che poteva fare un povero soldato a paragone con la figlia del Re! Basta!
Finalmente, un giorno riuscì a incontrarla e ci disse che non poteva più vivere senza di lei. La principessa fu così impressionata del suo forte sentimento che ci disse al soldato: “Se saprai aspettare cento giorni e cento notti sotto il mio balcone, alla fine, io sarò tua!”
Me… subito il soldato se ne andò là e aspettò un giorno, e due giorni e dieci e poi venti. Ogni sera la principessa controllava dalla finestra ma quello non si muoveva mai! Con la pioggia, con il vento, con la neve era sempre là. Gli uccelli ci cacavano in testa e le api se lo mangiavano vivo ma lui non si muoveva. Dopo… novanta notti… era diventato tutto secco, bianco e ci scendevano le lacrime dagli occhi e non poteva trattenerle, ché non aveva più la forza manco per dormire… mentre la principessa, sempre che lo guardava. E arrivati alla novantanovesima notte il soldato si alzò, si prese la sedia e se ne andò via.»
(Totò): «Ma come, alla fine?»
(Alfredo): «Sì, proprio alla fine Totò. E non mi domandare qual’è il significato, io non lo so. Se lo capisci, dimmillo tu…»
Philippe Noiret (Alfredo) e Marco Leonardi (Salvatore “Totò”) da “Nuovo Cinema Paradiso”, un film diretto da Giuseppe Tornatore (1988)
Soggetto e Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore
Fotografia: Blasco Giurato
Montaggio: Mario Morra
Scenografia: Andrea Crisanti
Costumi: Beatrice Bordone
Musica: Ennio Morricone
Vincitore del Premio Oscar e del Golden Globe 1990 come Miglior Film Straniero.