Cinque stelle del Cinema, un regista ispirato, una storia di truffe e inganni: “American Hustle – L’apparenza inganna” è tra i migliori film dell’ultimo periodo, celebrato da gran parte della critica e pluricandidato ai Premi Oscar, ai Golden Globes e numerose altre manifestazioni a livello mondiale, anche se ha raccolto meno del previsto.
Irving Rosenfeld (Christian Bale) e Sydney Prosser (Amy Adams), si conoscono, si piacciono, si amano. Lui gestisce delle lavanderie ma presto metterà a frutto delle capacità quasi naturali di saper truffare e ingannare la gente, con un giro di affari a New York che gli farà guadagnare belle somme di denaro. E Sydney si farà coinvolgere presto, truffando anch’essa, ma con la sua classe, assieme a Irving. Che in realtà è sposato con l’esplosiva e bellissima Rosalyn (Jennifer Lawrence), e ha adottato il bambino della ragazza, nato da una precedente relazione. Tutto pare comunque procedere per il meglio per Irving e Sydney (che si fa chiamare anche con un altro nome), almeno fino al giorno nel quale irrompe l’FBI e l’agente Richie Di Maso (Bradley Cooper), che era sulle loro tracce. Ambiziosissimo e tenace, Di Maso mette di fronte a una scelta senza ritorno i due: dovranno collaborare con l’FBI per scampare alla galera architettando una truffa creata ad arte per incastrare politici locali, a cominciare da Carmine Polito (Jeremy Renner), sindaco in New Jersey, ma anche membri del Congresso degli Stati Uniti e la criminalità organizzata, tutti coinvolti in un giro di corruzione e di mazzette. Ma in qualche modo proprio l’imprevedibile Rosalyn potrebbe far saltare il piano.
Personalmente ho amato moltissimo “Silver Linings Playbook” e lo considero tra le migliori commedie degli ultimi anni, così come ho apprezzato “The Fighter”. E dunque l’attesa per il nuovo lavoro di David O. Russell era molto alta. E sono rimasto piacevolmente conquistato da “American Hustle”, sebbene “Il Lato Positivo” rimanga difficilmente eguagliabile, ma le pellicole sono molto differenti. L’ho visto a Gennaio, pochi giorni dopo l’uscita nelle sale, e l’ho sostenuto con convinzione nelle numerose manifestazione e eventi quali Golden Globes e Oscar.
Scritto dal regista insieme a Eric Warren Singer, e basato in parte su fatti realmente accaduti alla fine degli anni ’70, vale a dire l’operazione “Abscam”, il film fatica un po’ a prendere ritmo, anche per una parte introduttiva piuttosto importante con dei flashback che portano alle origini del rapporto tra Irving e Sydney. Ma presto David O. Russell arriva al centro della trama, anche grazie all’ingresso in scena di Rosalyn e alla truffa creata da Richie che entra nel vivo. Ma quello che balza subito all’occhio sono la splendida fotografia di Linus Sandgren, la scenografia di Judy Becker che rende perfettamente l’idea del 1978, i costumi di Michael Wilkinson e l’incredibile trucco di scena. Già dalla prima immagine, vedere Christian Bale col riporto è un bell’effetto, se aggiungiamo la pancia che l’attore ha messo veramente per entrare pienamente nel personaggio! Per non parlare di Bradley Cooper coi ricciolini e i bigodini, o di Jeremy Renner con un’acconciatura davvero mai vista su di lui! Mentre le due protagoniste femminili si esaltano negli abiti di scena, succinti e provocanti la maggior parte delle volte, e, permettetemi, Jennifer Lawrence e Amy Adams sono uno spettacolo per gli occhi! Il tutto accompagnato dalla colonna sonora composta da Danny Elfman e con una scelta di brani d’epoca davvero notevole, da “Live and Let Die” dei Wings (scritta da Paul e Linda McCartney) a “Delilah” di Tom Jones e “Goodbye Yellow Brick Road” di Elton John(anche titolo di un suo album), e non solo.
Ma una delle maggiori qualità di David O. Russell è quella di saper portare in scena i sentimenti, di raccontare una storia e allo stesso tempo accompagnarla alla crescita dei personaggi. Sembra banale, ma non molti autori, oggi, riescono a farlo. In “American Hustle” di sicuro ci presenta l’evoluzione e il carattere di ciascuno dei suoi protagonisti. Irving è un truffatore per scelta ma anche per necessità, in fondo lui si sente ‘portato’ quasi in maniera naturale a tutto questo; Sydney è una ragazza senza riferimenti, l’incontro con Irving le cambia la vita e svela il suo ‘talento’ nel truffare la gente, sfruttando la sua classe e fascino; Richie è un agente ambizioso, vuole fare carriera e dimostrare a sé stesso e agli altri di contare all’interno dell’FBI, ma quella stessa ambizione (e ingenuità) lo portano a spingersi troppo oltre; Carmine Polito è un politico che tiene alle tradizioni e alla famiglia, e in fondo fa tutto per la sua comunità, e si potrebbero dare differenti interpretazioni al film tramite il suo personaggio, come a dire che i pesci piccoli della corruzione vengono beccati e non i grossi, viceversa che la corruzione è giustificabile se è per pensare agli interessi dei cittadini e non ai personali? E poi c’è Rosalyn: bella, imprevedibile, fa tutto di testa propria e non ascolta mai Irving, col quale è in rotta. Da sola rischierà di far saltare il banco.
David O. Russell supera complessivamente la prova, anche per merito di un cast stellare. Christian Bale è divertente e divertito in un ruolo come quello di Irving Rosenfeld, si sente proprio che si è trovato bene a interpretare una parte così distante dalle ultime che ha scelto in questi anni. Prova d’attore notevole, occupa la scena con la sua fisicità e classe.
Amy Adams si scopre sensuale (merito al regista) e sorprende in un ruolo non semplice, di donna innamorata e di carattere ma pronta a ingannare per sopravvivere.
Bradley Cooper è in crescita continua. Soprattutto grazie a O. Russell e ai suoi due ultimi film, a mio avviso, molto più che con la trilogia de “Una Notte da leoni” o “The Words” o “Limitless”, l’attore americano ha saputo prendere consapevolezza del suo talento e conquista la scena con la sua bravura. In “American Hustle” tiene testa alla grande a Bale e rende perfettamente il personaggio di Richie Di Maso.
Se Jeremy Renner è davvero essenziale nel suo ruolo, insieme a Bale la vera forza preponderante del film è però lei, e sarò di parte, ma il talento di Jennifer Lawrence è sempre più stupefacente. Una piccola parte, ma fondamentale ai fini del racconto: in poche e precise scene Rosalyn è sensuale, irascibile, amorevole, un’interpretazione a mio avviso davvero memorabile per l’attrice Premio Oscar 2013; David O. Russell sa come esaltare la bellissima Lawrence, e lei dimostra sempre più la sua capacità.
“American Hustle” è, in definitiva, un film da non perdere.
Il voto di “Ieri, Oggi, Domani”
Forse la sceneggiatura non è il punto migliore, ma come sempre O.Russell rimedia con la sua capacità di trovare l’equilibrio perfetto nel cast: Bale, la Adams e la Lawrence sono semplicemente superbi.
“American Hustle – L’apparenza inganna” (American Hustle), diretto da David O. Russell – USA 2013 – Drammatico, Thriller, Commedia
con Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jeremy Renner, Jennifer Lawrence, Jack Huston, Louis C.K., Michael Peña, Alessandro Nivola, Elisabeth Rohm, Dawn Olivieri, Colleen Camp, Anthony Zerbe, David Boston, Erica McDermott, Adrian Martinez, Thomas Matthews, Robert De Niro
Soggetto e Sceneggiatura: Eric Warren Singer, David O. Russell
Montaggio: Alan Baumgarten, Jay Cassidy, Crispin Struthers
Fotografia: Linus Sandgren
Costumi: Michael Wilkinson
Musica: Danny Elfman
Scenografia: Judy Becker Arredamento: Heather Loeffler
Prodotto da Annapurna Pictures, Atlas Entertainment per Eagle Pictures, colore, 138′
Giuseppe Causarano
Twitter @Causarano88Ibla
Concordo: un film imperdibile, brillante e ideale per un paio d’ore di relax! La scena iniziale è davvero fenomenale, ma, come hai giustamente sottolineato, tutto il cast si è misurato con ruoli inediti che ne hanno rivelato lati prima nascosti: Amy Adams, finora, era la principessa di “Come d’incanto” o la graziosa cuoca di “Julie & Julia”, ma qui diventa una femme fatale capace di imbrogliare chiunque; Lo stesso Bale, da sempre bello e tenebroso, qui diventa spassoso e capace di calarsi nelle situazioni più disparate! Complimenti per la recensione, che coglie davvero tutti i punti di forza di questo film!
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Grazie per i complimenti! E probabilmente il grande merito della convincente trasformazione di Christian Bale, Amy Adams e gli altri va tutto a David O. Russell, col quale gli attori hanno un rapporto professionale ma anche di amicizia, legata anche a precedenti lavori insieme. La capacità del regista nel saperli convincere a mettere in gioco loro stessi, a divertirsi e allo stesso tempo pure rischiare denota la credibilità e sicurezza che questo autore ha maturato soprattutto negli ultimi anni e dopo tutte le proprie recentissime opere.
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Concordo in pieno con tutto quello che hai detto. Personalmente è assieme a 12 anni schiavo il film più bello dell’anno
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E ti dò assolutamente ragione, sono film che, seppur così diversi come genere naturalmente, eccellono anche per le prove straordinarie dei loro interpreti, un particolare che le rende due pellicole ancora più notevoli.
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Accidenti quanto mi fa star male non poter dire la mia. Ma lo vedrò, lo vedrò presto. Promesso. 😉
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E appena avrai la possibilità di vederlo sono certo ti piacerà! E poi non vedo l’ora di leggere la tua recensione! 😉
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American Hustle, sul quale anch’ io ho scritto un post (http://wwayne.wordpress.com/2014/01/08/il-fine-giustifica-i-mezzi/), é un classico film di David O. Russell: sceneggiatura di ferro, interpretazioni impeccabili, ritmo incalzante, uso intelligente della colonna sonora… oltre ad essere perfetti tecnicamente, hanno anche una loro anima, un entusiasmo che tracima dalla prima all’ ultima scena. Sono film fatti con il cervello e con il cuore, dando il giusto spazio sia all’ uno che all’ altro.
Amy Adams ha sorpreso molto anche me. Non perché dubitassi della sua bravura (chiunque l’ abbia vista ne Il dubbio ne sarà rimasto folgorato), ma perché, come Athenae Noctua, la ritenevo troppo brava ragazza, e quindi completamente fuori parte nel ruolo della femme fatale. E invece ha dimostrato che, come tutte le grandi attrici, é in grado di interpretare qualsiasi tipo di ruolo.
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Concordo su tutto. Aggiungo che Amy Adams non solo ha sempre avuto un talento cristallino, e ne “Il dubbio” tiene perfettamente testa a due giganti come Meryl Streep e il compianto Philip Seymour Hoffman, per restare al film di cui facevi esempio, ma adesso ha probabilmente quella consapevolezza di poter rivestire davvero qualunque ruolo, e non che prima non l’avesse, ma interpretare Sydney Prosser le ha probabilmente dato la certezza. Dirò di più: Cate Blanchett è un’attrice meravigliosa ed è fantastica in “Blue Jasmine”, ma io avrei accolto con soddisfazione il Premio Oscar a Amy Adams, in fondo! 😉
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Anch’io, perché odio gli Oscar “ripetuti.” Grazie mille per la risposta e per il follow (ricambiato)! : )
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Grazie a te! 🙂
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