Il film vincitore del Leone d’oro alla 75^ Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia: parliamo di Roma, un film scritto e diretto da Alfonso Cuarón.
Città del Messico, 1970. Cleo (Yalitza Aparicio) è una domestica nella casa di Sofia (Marina De Tavira), suo marito Antonio, i loro quattro figli piccoli (Toño, Paco, Pepe e Sofi), la madre di Sofia, Teresa, e un’altra cameriera, Adela. La routine quotidiana scorre tranquilla finché non appare evidente che il matrimonio tra Sofia e Antonio è in aperta crisi: l’uomo lascia anche casa e la sua famiglia, costretta adesso a mantenersi da sola. Nel frattempo, Cleo scopre di essere in attesa di un bambino ma colui che credeva il suo fidanzato la lascia, senza assumersi le proprie responsabilità. Per Cleo e Sofia è il momento di farsi coraggio per andare avanti, e cercare di non far pesare le difficoltà ai quattro ragazzi…
Il mare come catarsi. È questa, a mio parere, l’immagine più bella e più forte di Roma. Nella splendida fotografia in bianco e nero che illumina i protagonisti, Cuarón si destreggia agevolmente coi suoi virtuosismi di regia e cura con dettaglio ogni inquadratura, regalando dei quadri d’ispirazione neorealistica di estremo fascino. Se, sul piano della scrittura, ed in particolare dello sviluppo della storia e della caratterizzazione dei personaggi secondari, a lungo il film non decolla (ed è un serio difetto), esprime però la sua parte migliore nel meraviglioso finale, il quale regala una rinascita a Cleo, a Sofia e ai suoi figli, e fa apprezzare pienamente il significato dell’opera. Grazie anche a due interpreti meravigliose come Yalitza Aparicio e Marina de Tavira, che rappresentano perfettamente le figure che richiamano la giovinezza del regista.
Tra ricordi e racconto sociale – le proteste politiche in piazza, gli scontri tra manifestanti, la rivendicazioni dei diritti da parte delle minoranze – Cuarón sottolinea la condizione femminile dell’epoca ma, in verità, anche della realtà di oggi. Cleo è abbandonata senza vergogna da un uomo che non possiede un briciolo di umanità, mentre Sofia deve reggere tra il suo ruolo (ora) di capofamiglia e di donna emancipata, ma comunque umiliata da un marito che la lascia senza pensarci troppo. Quello di Cleo che dovrebbe essere, ed era sempre stato, un ruolo subordinato diviene di prim’ordine, perché le due donne non possono più fare a meno una dell’altra. I paletti dunque vengono scavalcati naturalmente, come conseguenza delle cose che accadono.
L’aspetto più intrigante del film è riuscire a rendere interessante l’ordinarietà degli eventi. Drammatici, più allegri, o di estrema consuetudine, vengono raccontati da Cuarón con umanità e attenzione, attraverso riprese ora ampie, poi più vicine al dettaglio, in base comunque allo sviluppo delle sequenze. Nonostante la complessità dell’opera, dunque, la forza visiva e drammatica restano sempre di massima importanza.
Candidato a 10 Oscar, Roma è la consacrazione definitiva di un artista come Alfonso Cuarón e del cinema d’autore in ampia dimensione.
Il voto di Ieri, Oggi, Domani
Regia strabiliante di Alfonso Cuarón che racconta, con classe e tecnica, un’epoca per lui molto significativa.
La scheda del film
Roma, regia di Alfonso Cuarón
Prod.: Messico, USA 2018
Genere: Drammatico
Cast: Yalitza Aparicio, Marina de Tavira, Marco Graf, Daniela Demesa, Diego Cortina Autrey, Carlos Peralta, Nancy García García, Verónica García, Andy Cortés, Fernando Grediaga, Jorge Antonio Guerrero, José Manuel Guerrero Mendoza
Soggetto, Sceneggiatura, Fotografia: Alfonso Cuarón
Montaggio: Adam Gough, Alfonso Cuarón
Scenografia: Eugenio Caballero
Costumi: Anna Terrazas
Casting: Luis Rosales
Prodotto da Esperanto Filmoj, Participant Media per Netflix
Formato: in bianco e nero
Durata: 135′
Uscita internazionale: 14 Dicembre 2018