Golden Globes 2020, la ridefinizione dei confini

Golden Globes

Ciascuno al proprio posto. Sì, anche da queste pagine si era levato il coro di giubilo pro Netflix quando vennero annunciate le candidature per i Golden Globes 2020. Ma la Hollywood Foreign Press Association, dopo aver dedicato caterve di candidature a titoli quali Storia di un matrimonio, The Irishman e I due Papi, ha scelto di tornare all’antico, premiando soprattutto opere con uscita dedicata principalmente alla sala.

Nella lunga cerimonia di consegna che si è tenuta al The Beverly Hilton Hotel di Los Angeles, non sono certamente mancate le sorprese ma fanno decisamente più rumore le “sconfitte” rispetto alle “vittorie”. Non che i premi cinematografici si debbano intendere come una competizione sportiva: ma è indubbio come, giornalisticamente parlando, il conteggio delle statuette sia un esercizio assolutamente divertente. Aggiungerei, anzi, che poco alla volta occorrerebbe superare il tema della sfida tra sale e streaming, poiché il cinema è uno soltanto, su qualunque schermo. Ma finché non si riuscirà a trovare un assetto, sul piano internazionale, che riesca a soddisfare produzione e distribuzione, colossi di servizi on demand ed esercenti, è chiaro che a questi aspetti si porrà sempre attenzione. E allora è facile constatare come la tradizione, in questi Golden Globes, abbia avuto la meglio sui nuovi media, in particolare se si osserva il numero di riconoscimenti che il discusso The Irishman ha ricevuto: zero.

Un film controverso, enorme, ambizioso, da molti celebrato, da altri criticato. La più costosa produzione che Netflix abbia mai sostenuto ha concluso la serata del Beverly Hilton a mani vuote, nonostante le numerose inquadrature che la regia televisiva statunitense ha dedicato a Martin Scorsese e Robert De Niro, parecchio perplessi ai lussuosi tavoli dell’Hotel mentre, nelle cinque categorie nelle quali il film era candidato, veniva sempre annunciato qualcun altro. Del tutto meritevole, però: tutti i prescelti dall’HFPA sono stati di grande spessore e hanno confermato la bontà di un’annata cinematografica 2019 davvero straordinaria. Il paradosso è che, nella ridefinizione dei confini hollywoodiani, a pagarne le conseguenze sia stato proprio Scorsese al quale, da sempre paladino della preservazione della pellicola e dei film classici, pare non sia stata perdonata la polemica contro il Marvel Cinematic Universe, che comunque trascina gli incassi del cinema americano da anni, piaccia o meno.

Ad ogni modo, se nella precedente Awards Season il titolo che aveva unito pubblico e critica sotto l’aspetto narrativo e tecnico era stato Roma, prodotto di punta di Netflix, il livello medio dell’anno da poco concluso è stato decisamente superiore. I film della casa di Scott Valley erano, nella proposta cinematografica complessiva, ancora una volta equiparabili alle opere giunte dalle sale internazionali. E quindi, se il già citato The Irishman, il meno pubblicizzato Dolemite is my name e I due Papi sono rimasti a mani vuote, a salvare il bilancio della N è stato Storia di un matrimonio, con il premio di miglior attrice non protagonista a Laura Dern. All’asciutto anche Scarlett Johansson e Adam Driver, che però avranno buone possibilità agli Oscar, essendo le loro due magnifiche interpretazioni più consone al tono preferito dell’Academy, così come la sceneggiatura di Noah Baumbach. Marriage Story è un film assolutamente magnifico.

Il trionfo è, invece, riservato a quattro film in particolare: C’era una volta a… Hollywood, 1917, Rocketman e Joker.

Il nono film di Quentin Tarantino ha portato al regista statunitense il riconoscimento per la miglior sceneggiatura e la statuetta quale miglior opera commedia/musicale. E, soprattutto, il Globe come miglior attore non protagonista a Brad Pitt, all’interno di una categoria che forse non sarebbe dovuta appartenere al suo Cliff Booth (protagonista quanto il Rick Dalton di Leonardo DiCaprio), ma che appare come una scelta che consacrerà l’attore statunitense anche in vista degli Oscar. Glielo auguriamo davvero. Lo stesso DiCaprio avrà le sue possibilità verso l’appuntamento del Dolby Theatre.

1917, in uscita prossimamente anche nelle sale italiane, è un film importante per la tematica – la Prima Guerra Mondiale – e per l’aspetto tecnico, con Sam Mendes a guidare un cast di prime firme e che vedremo pluricandidato nella varie categorie specifiche agli Oscar. Ai Golden Globes, il film ha ricevuto la statuetta come miglior film drammatico e per la regia dello stesso Mendes.

Rocketman di Dexter Fletcher non aveva ricevuto, lo scorso maggio, la giusta considerazione da pubblico e critica. Un film che trascina lo spettatore nel mondo colorato e controverso di Elton John, raccontando l’ascesa e la caduta dell’artista, prima che conoscesse nuovamente la primavera nella propria vita. Il tutto attraverso l’interpretazione a tutto tondo di Taron Egerton, che surclassa idealmente il Freddie Mercury di Rami Malek e suggella uno dei migliori biopic musicali degli ultimi anni.

Di Joker si è parlato a lungo, e abbiamo approfondito tutti gli aspetti più rilevanti anche su questo blog. Per il film di Todd Phillips è giunto il momento di raccogliere i premi della critica, dopo aver convinto il pubblico di tutto il Mondo. Golden Globe per la miglior colonna sonora, firmata dalla compositrice islandese Hildur Guðnadóttir, e per il miglior attore in un film drammatico, il monumentale Joaquin Phoenix che diventa favorito anche per l’Oscar: esso rappresenterebbe il marchio su una carriera davvero importante.

In conclusione, andiamo al riepilogo dei premi assegnati, incluse le serie tv:

77th Golden Globe Awards, Winners

CINEMA

Miglior Film Drammatico
1917

Miglior Attrice protagonista in un film drammatico
RENÉE ZELLWEGER – JUDY

Miglior Attore protagonista in un film drammatico
JOAQUIN PHOENIX – JOKER

Miglior Film – Commedia o Musicale
ONCE UPON A TIME… IN HOLLYWOOD

Miglior Attrice protagonista in un film – Commedia o Musicale
AWKWAFINA – THE FAREWELL

Miglior Attore protagonista in un film Commedia o Musicale
TARON EGERTON – ROCKETMAN

Miglior Film d’animazione
MISSING LINK

Miglior Film Straniero
PARASITE (Corea del Sud)

Miglior Attrice non protagonista
LAURA DERN – MARRIAGE STORY

Miglior Attore non protagonista
BRAD PITT – ONCE UPON A TIME… IN HOLLYWOOD

Miglior Regista
SAM MENDES – 1917

Miglior Sceneggiatura
QUENTIN TARANTINO – ONCE UPON A TIME… IN HOLLYWOOD

Miglior Colonna Sonora
HILDUR GUÖNADÓTTIR – JOKER

Miglior Canzone Originale
“I’M GONNA LOVE ME AGAIN” — ROCKETMAN

SERIE TV

Miglior Serie Drammatica
SUCCESSION

Miglior Attrice in una Serie Drammatica
OLIVIA COLMAN – THE CROWN

Miglior Attore in una Serie Drammatica
BRIAN COX – SUCCESSION

Miglior Serie Commedia o Musicale
FLEABAG

Miglior Attrice in una Serie Commedia o Musicale
PHOEBE WALLER-BRIDGE – FLEABAG

Miglior Attore in una Serie Commedia o Musicale
RAMY YOUSSEF – RAMY

Miglior Mini-Serie o Film Tv
CHERNOBYL

Miglior Attrice in una Mini-Serie o Film Tv
MICHELLE WILLIAMS – FOSSE/VERDON

Miglior Attore in una Mini-Serie o Film Tv
RUSSELL CROWE – THE LOUDEST VOICE

Miglior Attrice non protagonista in una Mini-Serie o Film Tv
PATRICIA ARQUETTE – THE ACT

Miglior Attore non protagonista in una Mini-Serie o Film Tv
STELLAN SKARSGÅRD – CHERNOBYL

Cecil B. DeMille Award alla carriera cinematografica
Tom Hanks

Carol Burnett Award alla carriera televisiva
Ellen DeGeneres

Credits: Golden Globes

Pubblicato da Giuseppe Causarano

Laureando in Storia, politica e relazioni internazionali presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Catania e giornalista cinematografico presso diversi siti e testate italiane, mi dedico da sempre alle mie più grandi passioni, il Cinema e la Musica (e in particolare le colonne sonore), che rappresentano i miei punti di riferimento personali. Tra i miei interessi anche i principali eventi internazionali dell'attualità, dello spettacolo, dello sport (soprattutto motori, calcio e ciclismo) e della cultura in generale.

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