Ci ha lasciati, all’età di 84 anni, Luis Enríquez Bacalov, pianista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra argentino che era ormai da tanto tempo un italiano d’adozione, essendosi trasferito nel nostro Paese già nel 1959, e dove ha conosciuto il successo e si è affermato come uno degli autori che ha contribuito al cambiamento della musica contemporanea in vari momenti.
Luis Bacalov ha infatti lasciato la sua impronta in diversi ambiti: nella musica leggera, dove ha collaborato con artisti quali Sergio Endrigo, Rita Pavone, Gianni Morandi, Neil Sedaka (e non soltanto), prima lavorando per la Fonit-Cetra e poi soprattutto per la RCA italiana, marchio storico della nostra discografia; quindi esplorando nuove sonorità in particolare negli anni ’70 e ’80 con alcuni gruppi e approfondendo lo stile compositivo di ricerca; e, naturalmente, come compositore di colonne sonore, scrivendo musica per oltre 150 titoli tra film, serie tv e tv-movie, e culminando la propria opera con il Premio Oscar ricevuto nel 1996 per Il Postino, film diretto da Massimo Troisi e Michael Radford.
Proprio su questo riconoscimento l’unica controversia della carriera di Bacalov, che dopo un contenzioso legale ha ammesso, nel 2013, e a ridosso della sentenza di Cassazione, che la paternità della colonna sonora del film è da attribuire anche a Sergio Endrigo, Riccardo Del Turco e Paolo Margheri, autori del brano del 1974 “Nelle mie notti”, dal quale Bacalov ha evidentemente attinto per scrivere la soundtrack del meraviglioso film con Troisi. Un vero peccato, dato che Endrigo era già venuto a mancare nel 2005 e la collaborazione con il musicista argentino, durata più di dieci anni tra i ’60 e i ’70, aveva anzi prodotto alcuni dei capolavori del cantautore istriano, fra i quali “Era d’estate”, “L’arca di Noè”, “Lontano dagli occhi”, “Io che amo solo te” e “Canzone per te” (vincitrice del Festival di Sanremo del 1968).
Ma torniamo al grande patrimonio musicale e culturale che Luis Bacalov ci ha regalato, in particolar modo nella prima parte della sua carriera, che corrisponde anche all’epoca di maggiore ispirazione del cinema italiano: commedie, western, film di impegno sociale e molto altro. Qui di seguito una lista di brani tratti dalle sue più importanti colonne sonore, alcune delle quali utilizzate da Quentin Tarantino nei due volumi di Kill Bill (2003-04) e in Django Unchained (2012), con i titoli di testa che ovviamente sono gli stessi del film originale di Sergio Corbucci del 1966. Partiamo proprio da qui: buon ascolto.
“Titoli” da Django (regia di Sergio Corbucci, 1966)
“Signore mio” da Il Vangelo secondo Matteo (regia di Pier Paolo Pasolini, 1964)
“Tema di Jane” da La congiuntura (regia di Ettore Scola, 1965)
“Sugar Colt” (regia di Franco Giraldi, 1966)
“Una questione d’onore” (regia di Luigi Zampa, 1966)
“Ya me voy” da Quién Sabe? (regia di Damiano Damiani, 1967)
“Titoli” e “Samba” da A ciascuno il suo (regia di Elio Petri, 1967)
“Ra-Ta-Ta” da La pecora nera (regia di Luciano Salce, 1968)
“L’amica” (regia di Alberto Lattuada, 1969)
“Il prezzo del potere” (regia di Tonino Valerii, 1969)
“Paranaguà”, “Fino all’orizzonte” e “En plen air” da Cuori Solitari (regia di Franco Giraldi, 1970)
“Ricordi” e “Adios, terra mia” da L’oro dei Bravados (regia di Giancarlo Romitelli, 1970)
“Lo chiamavano King” (regia di Giancarlo Romitelli, 1971)
“Preludio” da Milano calibro 9 (regia di Fernando Di Leo, 1972)
“Can be done” da Si può fare… amigo (regia di Maurizio Lucidi, 1972)
“Il grande duello” (regia di Giancarlo Santi, 1972)
“I padroni della città” (regia di Fernando Di Leo, 1976)
“La città delle donne” (regia di Federico Fellini, 1980)
“Titoli” da Il postino (regia di Massimo Troisi e Michael Radford, 1994)
“Tema di Primo” da La tregua (regia di Francesco Rosi, 1997)