“Blade Runner 2049”, per la regia di Denis Villeneuve, è il sequel del cult di Ridley Scott del 1982, e ne rilancia il mito con estrema intelligenza.
Los Angeles, 2049. L’agente K (Ryan Gosling) è un replicante di ultima generazione e un blade runner della polizia, così come lo era Deckard trent’anni prima, ma di quest’ultimo e della sua Rachael non si è più saputo nulla, dopo essersi dati alla fuga. Non vi sono più i replicanti della Tyrell Corporation, andata in rovina: ma quando il Mondo sembrava voler rinunciare a quelle creature dotate di capacità fisiche e mentali superiori agli umani (“più umani degli umani”, recitava lo slogan), dopo qualche tempo il potente Niander Wallace (Jared Leto) ha convinto tutti della necessità di ripristinarli, per servirsene nuovamente, rendendoli ancora più perfetti, longevi e soprattutto obbedienti. K è sulle tracce di un vecchio Nexus (gli stessi che ritirava Deckard) quando scopre dei particolari importanti che potrebbero cambiare tutte le conoscenze finora acquisite sui replicanti, e rendere nuovamente esplosiva la situazione. Ma l’indagine potrebbe portarlo anche a scoprire di più su sé stesso, sulle sue origini, e sulla stessa strada che intraprese proprio Deckard…
Denis Villeneuve porta il suo stile riflessivo, essenziale, ma di ampia portata narrativa e spettacolare, in un mondo trent’anni più avanti ma che non è molto diverso dalla Los Angeles del 2019 immaginata nel primo film. Scritto da Hampton Fancher e Michael Green, Blade Runner 2049 rinvigorisce la leggenda del mondo ideato da Philip K. Dick nel romanzo del 1968 e che ha raccontato poi Ridley Scott nel suo capolavoro, ne rispetta la vera essenza e rilancia con nuovi spunti intriganti ed estremamente interessanti.
Ci sono i replicanti consapevoli, coloro che vivono nel dubbio, e gli esseri umani che non li riescono a controllare mai del tutto, per quanto non riescano a farne a meno. C’è meno poesia, ma anzi il tono è più cupo e drammatico; il protagonista è però ugualmente tormentato, e il mondo che lo circonda è buio e molto meno avanzato di quel che appare, nonostante la realtà virtuale provi a riempire i vuoti dell’esistenza e di un ambiente asettico. L’agente K, che vive e lavora sempre da solo, e parla quasi soltanto con la sua superiore (interpretata da Robin Wright), condivide i momenti più intimi con la proiezione di quella che sarebbe la sua donna ideale, l’ologramma Joi, che riesce a comunicare, provare empatia e un forte sentimento verso di lui. Il tema della realtà virtuale sempre più perfezionata è molto attuale, e potrebbe davvero rappresentare una concretezza anche nel nostro immediato futuro, in un mondo dove la tecnologia è sempre più preponderante.
Blade Runner 2049 è un film la cui complessità è difficile da spiegare attraverso una recensione, perché è di impatto molto personale, non immediato, e del quale ciascuno può farsi la propria opinione. Una cifra stilistica propria del cinema di Villeneuve, che dopo il magnifico Arrival mette a segno un altro grande passo nella sua carriera. Qualcuno ha avuto da obiettare sull’eccessiva durata dell’opera: ma è una caratteristica del regista canadese dilatare molto i tempi, come a voler contemplare egli stesso – e, di riflesso, farà lo spettatore – ogni frammento, ogni scena, ogni sviluppo del racconto.
Possiamo affermare che il film, per quanto forse non perfetto narrativamente, mantiene altissima la tensione e tecnicamente risulta strepitoso.
Non era infatti semplice delineare tutti i personaggi e dipanare ogni elemento, forse in fase di sceneggiatura si sarebbe potuto procedere in sottrazione, per quanto la storia culmini pienamente nella parte finale ma rimetta poi in campo nuovi dettagli fondamentali (che qui, ovviamente, non riveliamo). In ogni caso, la regia di Villeneuve accresce l’attesa e soprattutto regala alcuni momenti davvero indimenticabili per forza visiva e drammatica, sfruttando totalmente un comparto tecnico di prim’ordine. Tra tutti, occorre citare la scenografia di Dennis Gassner, la colonna sonora intensa di Hans Zimmer e Benjamin Wallfisch e soprattutto la sontuosa fotografia di Roger Deakins, che disegna insieme al regista dei fotogrammi davvero sensazionali, tra le ambientazioni urbane (ancora più fredde rispetto al primo film) e quelle negli spazi aperti, sia tra polvere e sole basso che con una luce appena accennata.
Infine, il cast. Su tutti, oltre a un coriaceo Harrison Ford, spiccano i due personaggi ‘positivi’, che appassionano e coinvolgono: l’agente K e Joi. Ryan Gosling, che molti additano di eccessiva rigidità espressiva, è al contrario perfetto nel ruolo, perché come era Deckard, così è K, ovvero irrequieto, spietato nel suo lavoro ma anche capace di provare forti sentimenti e profonde perplessità su sé stesso e ciò che ha attorno. La Rachael di K è la dolce Joi, che si fonde idealmente con lui e ne riesce a cogliere la sua parte migliore. Più che una proiezione virtuale, è la donna dei sogni; quegli stessi sogni che K, ad un tratto, non comprende se siano reali o impiantati, come quelli di ogni replicante. A interpretarla la rivelazione del film, l’attrice cubana Ana de Armas che è allo stesso tempo affascinante quanto convincente. La ritroveremo presto.
Il voto di Ieri, Oggi, Domani
Blade Runner 2049 aveva un compito molto difficile: rispettare un cult assoluto della storia del cinema contemporaneo e proporre nuovi elementi in un panorama cinematografico che riserva poche sorprese. Ed è riuscito in entrambi gli aspetti.
La scheda del film
Blade Runner 2049, regia di Denis Villeneuve – USA 2017 – Fantascienza, Azione, Drammatico
interpreti principali: Ryan Gosling (agente K), Harrison Ford (Rick Deckard), Ana de Armas (Joi), Robin Wright (lieutenant Joshi), Jared Leto (Niander Wallace), Sylvia Hoeks (Luv), Dave Bautista (Sapper Morton), Mackenzie Davis (Mariette), Edward James Olson (Gaff), Sean Young (Rachael), Carla Juri (dr. Ana Stelline), Mark Arnold, Vilma Szécsi, Wood Harris, David Dastmalchian, Tómas Lemarquis, Sallie Harmsen, Hiam Abbass, Krista Kosonen, Elarica Johnson, Loren Peta
Soggetto: Hampton Fancher, basato sui personaggi creati da Philip K. Dick
Sceneggiatura: Hampton Fancher, Michael Green
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Joe Walker
Scenografia: Dennis Gassner
Costumi: Renée April
Musica: Hans Zimmer, Benjamin Wallfisch
Casting: Zsolt Csutak, Francine Maisler, Lucinda Syson
Una presentazione Warner Bros. Pictures, prodotto da 16:14 Entertainment, Alcon Entertainment, Columbia Pictures, Scott Free Productions, Thunderbird Entertainment, Torridon Films per Warner Bros. Pictures Italia, Sony Pictures Italia
Formato: a colori
Durata: 163′
Uscita USA: 6 Ottobre 2017
Uscita Italia: 5 Ottobre 2017