Il buio e la luce di “Joker” in un tragico disastro sociale

Joker Movie

Un film che divide, apre inevitabili discussioni e invita a profonde riflessioni: Joker, per la regia di Todd Phillips e con Joaquin Phoenix straordinario protagonista, è un’opera che non può certamente lasciare indifferenti.

Il disagio di Arthur

Gotham, anni ’80. Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) sogna di diventare un comico affermato; almeno quanto il celebre Murray Franklin (Robert De Niro), mattatore di uno degli show di riferimento della televisione. In realtà, Arthur deve accontentarsi di fare da clown, sia per i bambini in difficoltà che come intrattenitore pubblicitario in strada, per quanto si sforzi di condurre entrambe le attività con passione, nonostante un contesto sociale difficile. Non ha un soldo, vive con l’anziana madre in un appartamento poco curato e deve affrontare la diffidenza delle persone, in una città estremamente affollata, sporca e quasi invivibile. Inoltre, soffre di depressione e di un raro disturbo psichico, che gli provoca improvvisi e incontrollabili attacchi di risate, soprattutto in momenti di forte tensione emotiva. Quando però conosce Sophie (Zazie Beets), la nuova vicina di casa, sembra trovare un barlume di gioia. Ma durerà poco: quando un collega di lavoro, dopo un’aggressione che Arthur ha subito, gli dà una pistola per difendersi, un banale contrattempo a causa di essa gli costa l’impiego da clown. In preda alla disperazione, una sera Arthur reagisce in maniera efferata all’ennesima provocazione ricevuta da tre sconosciuti in metropolitana, mentre ancora indossava gli abiti da pagliaccio. Erano degli impiegati della Wayne Enterprises, il cui padrone è l’uomo più ricco di Gotham. Sarà, per Fleck, l’inizio di un viaggio senza ritorno.


Il buio e la luce

Il contrasto al contrario.

Il buio è ordine, ma sottomissione sociale e frustrazione.

La luce è violenza, liberazione, catarsi.

Joker

Joker porta la narrazione drammatica a dei livelli estremi. Arthur viaggia tra esasperazione, disperazione e, infine, esplosione, sfociando nell’anarchia che sovverte inevitabilmente il potere costituito.
La Gotham del film è la rappresentazione negativa della società contemporanea. Quindi potrebbe essere New York (dove peraltro si sono svolte molte delle riprese in esterna) o qualunque altra città industrializzata. I richiami e l’ambientazione degli anni ’80 sono soltanto una patina per la superficie cupa e terrificante. È probabilmente una schematizzazione troppo semplice: i ricchi sono i cattivi, detengono il potere, e stanno al di sopra dei poveri e degli ultimi, i quali pensano di ribellarsi. Ma, pur senza una particolare profondità sull’inquadramento sociale complessivo che esso stesso suggerisce, Joker coglie l’obiettivo di rappresentare un disagio che inevitabilmente divide le persone in classi, e chi sta in basso non potrà accettare la propria posizione per sempre.

Più che tentare di imitare film che hanno già esplorato tali tematiche, Joker cerca invece una strada personale. Per quanto i riferimenti, utilizzati come fonte di ispirazione, non manchino: pensiamo a Taxi Driver, The King of Comedy e The Dark Knight. L’opera mostra in tutta la sua crudeltà, a chi osserva, l’inevitabile violenza che emerge quando il fuoco divampa, ovvero nel momento in cui la sovversione rappresenta il punto di non ritorno di una comunità in disequilibrio. Si può intuire come il messaggio di fondo sia estremamente pericoloso: ma Todd Phillips sapeva esattamente quello che stava per raccontare. In definitiva, è un tentativo apprezzabile e complessivamente riuscito.
Del resto, quello stesso messaggio è sconfortante: non c’è redenzione, non c’è speranza, non c’è modo di risollevare le persone dalla perdizione, se non, appunto, ribaltando tutto. E, nelle moltissime sfaccettature dell’opera, Joaquin Phoenix, attraverso il suo Arthur, traduce perfettamente le intenzioni del regista (che ha anche scritto il film insieme a Scott Silver) e riassume il tragico disastro sociale che egli descrive.

Ma poi c’è anche un altro aspetto rilevante, racchiuso ancora una volta nel protagonista, ovvero quello della malattia mentale. Arthur non viene aiutato come sarebbe necessario; ha un appoggio psicologico nelle strutture pubbliche, ma non basta. Se, come accennavamo, in Joker il problema è collettivo, riguarda innanzitutto ogni soggetto: in una società poco solidale come quella americana, Arthur viene abbandonato, sentendosi emarginato, covando poco alla volta quella che sarà una reazione (forse) inevitabile.


Oltre Joker

Senza perdersi in discorsi troppo dettagliati, che probabilmente il film non vuole affrontare (e, in realtà, non appare neanche giusto appesantire eccessivamente l’opera), sembra fuori luogo lanciarsi in frasi del tipo “Joker rappresenta tutti” o “tutti potrebbero diventare Joker, se spinti verso il baratro”. Occorre, piuttosto, comprendere la trama e i suoi sviluppi come strettamente legati al film, e a ciò che rappresenta il personaggio principale nella visione del regista il quale, probabilmente, approfondisce uno spaccato sociale particolaristico e non universalistico, evidenziando le possibili conseguenze dell’alienazione di un individuo, tristemente estromesso da una comunità.

Le problematiche si trovano, per lo più, in una parte centrale nella quale la tensione già alta sembra disperdersi aprendo delle linee di racconto evitabili; e nella gestione della parte poliziesca, con agenti ridotti a semplici comparse; ma, soprattutto, negli agganci narrativi ai fumetti e ai cinefumetti DC Comics, evitabili e persino pretestuosi. Qui non scenderemo nel dettaglio per evitare spoiler, ma chi conosce l’universo di Batman non potrà non notare, ad esempio, come la presenza di Thomas Wayne venga stravolta nella sua essenza, per esigenze di trama che appaiono come un tentativo di ricordare ai fan che anche Joker sia un film targato Warner/DC.



Joker
è infatti il titolo della pellicola, è il personaggio ideale cui Arthur aspira nella sua follia, ma l’interpretazione eccezionalmente drammatica di Joaquin Phoenix rappresenta l’elevazione a simbolo di un uomo che compie un passaggio epocale, all’interno di quella società che lo scacciava, più che la genesi della nemesi per antonomasia del Cavaliere Oscuro. La maschera da clown è, più che uno scudo col quale combattere e confrontarsi, la vera essenza inafferrabile di una persona che non vuole più nascondersi, respinta da ciò che lo circonda. Non è divenire un pericolo per Gotham, entrare nelle pieghe della corruzione, o divenire un signore del crimine, l’ambizione che spinge Arthur a cancellare – dipingendolo però con il trucco – ciò che egli era. Le varie sfumature di Fleck che Phoenix propone ne sono l’incredibile dimostrazione. Con la prova attoriale di questo film, l’interprete statunitense si ritaglia un posto nell’immaginario collettivo e nel cinema contemporaneo.

Le sensazioni contrastanti che il film trasmette – nonostante un finale ulteriore che cerca di mettere in discussione l’intera visione – restano pienamente, e aprono tanti (forse troppi) spunti di riflessione che rendono Joker un’opera che farà parlare di sé per molto tempo, persino oltre qualche difetto. Ed è una caratteristica che non molte pellicole hanno, attualmente. A tutte le domande che essa propone, occorre infatti trovare delle risposte.

Anche perché Joker è lì che danza allegramente, mentre il Mondo va in frantumi. Occorrerà, ancora una volta, chiamare Batman. Perché non è l’eroe che meritiamo ma è quello di cui abbiamo bisogno, adesso. Nonostante tutto.

 

Il voto di Ieri, Oggi, Domani

Non il Joker che conoscevamo, ma un personaggio strettamente contemporaneo, rappresentato agli estremi di alienazione, follia e violenza. Joaquin Phoenix monumentale, la regia di Todd Phillips compensa anche i difetti narrativi. 

La scheda del film

Joker, regia di Todd Phillips
Prod.: USA, 2019
Genere: Drammatico
Cast: Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Frances Conroy, Brett Cullen, Shea Whigham, Bill Camp, Glenn Fleshler, Leigh Gill, Josh Pais, Rocco Luna, Marc Maron, Sondra James, Murphy Guyer, Douglas Hodge
Soggetto e Sceneggiatura: Todd Phillips, Scott Silver, basato sui personaggi DC Comics
Fotografia: Lawrence Sher
Montaggio: Jeff Groth
Scenografia: Mark Friedberg
Costumi: Mark Bridges
Musica: Hildur Guðnadóttir
Casting: Shayna Markowitz
Una presentazione Warner Bros. Pictures, prodotto da BRON Studios, Creative Wealth Media Finance, DC Comics, DC Entertainment, Joint Effort, Village Roadshow Pictures
Formato: a colori
Durata: 122′
Uscita italiana: 3 Ottobre 2019
Uscita USA: 4 Ottobre 2019

Pubblicato da Giuseppe Causarano

Laureando in Storia, politica e relazioni internazionali presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Catania e giornalista cinematografico presso diversi siti e testate italiane, mi dedico da sempre alle mie più grandi passioni, il Cinema e la Musica (e in particolare le colonne sonore), che rappresentano i miei punti di riferimento personali. Tra i miei interessi anche i principali eventi internazionali dell'attualità, dello spettacolo, dello sport (soprattutto motori, calcio e ciclismo) e della cultura in generale.

12 pensieri riguardo “Il buio e la luce di “Joker” in un tragico disastro sociale

  1. È stato bellissimo leggere il tuo pezzo su questo film che ha oramai trasceso i confini dello specifico filmico, finendo a suo modo a brandelli, dilaniato da chi lo osanna e chi lo abbatte, per lo più senza mezze misure… Ed in tutto questo patetico circo di saccenti finti critici, di nerd che giudicano il film solo sulla sua aderenza o credibilità come cinecomic, di idioti che si limitano a copiaincollare opinioni altrui, il tuo pezzo è davvero una gradevolissima boccata di ossigeno fresco!

    Concordo praticamente con tutte le tue osservazioni sul film e sulle implicazioni, comprese le parti tra le righe, non dette solo per evitare spoiler.

    Grazie di avere sempre le idee così chiare suo mondo della settima arte!

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    1. Grazie infinite!

      Sarebbe bellissimo assistere ad un dibattito esclusivamente cinematografico (scrittura, interpretazioni, regia, temi che la pellicola affronta) soprattutto per un film evento come questo, ma purtroppo la polemica gratuita riesce sempre a prevalere. Ed è un’occasione persa perché Joker merita moltissimo, ed effettivamente la discussione sembra essersi ridotta a una guerra tra partiti a favore o contro il film.

      Grazie a te per essere qui, la stima è reciproca!

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      1. Purtroppo (per noi amanti di cinema, non certo per chi lo ha finanziato, sia chiaro!) essendo un film dai fortissimi incassi ed avendo oltretutto scelto la strada complessa dell’essere un film drammatico mascherato da cinecomic (trattasi quest’ultima chiaramente solo di una mia opinione personale e non di un fatto), questo Joker (con grande soddisfazione della Watrner, che sta contando i dollari d’incasso) è stato trascinato nella solita finta battaglia da social network tra opposte tifoserie e questo rende la discussione sullo specifico filmico praticamente impossibile: noti un omaggio ad un cinema di impegno civile stile anni ’70 corente con l’ambientantazione storica del plot e per qualcuno è solo un plagio, parli della fotografia e dell’uso delle focali nelle diverse scene e vieni tacciato per un commentatore poco concreto… Insomma, quando l’animosità prede il sopravvento, quando la maggiore paura del pubblico nerd non è quella di aver empatizzato con un omicida che ammazza anche i minori e gli innocenti (attenzione, non sto giudicando, tutto l’opposto perché difendo da sempre la libertà dell’arte da qualsiasi legame etico sovrastrutturale), ma è quella di capire se il papà di Arthur è Thomas Wayne e quali conseguenze questa “rivelazione” potrebbe avere sul reboot del franchise di Batman, allora è quasi impossibile una discussione pacata… Intanto la Warner, in attesa che i suoi finti esperti di marketing capiscano il da farsi, ha tolto la figura del Joker dal film di Matt Reeves, quasi a suggerire, anche per il Cavaliere Oscuro, una sorta di paradossale stand-alone…

        Questo tuo sito su WordPress è sempre stato per me, da tanto tempo, uno spazio web di rilassatezza, dove trovare informazioni di servizio e in alcuni casi, volutamente resi da te episodici, anche uno sguardo appassionato e consapevole su importanti pellicole, scritto da chi come te il cinema lo conosce davvero (ricordo benissimo le bellissime parole che hai speso su La la land , su The Shape of Water o recentemente su Captain Marvel)…

        Forse, con blogger come te, non tutto è perduto.
        Stima e rispetto, Giuseppe, stima e rispetto.

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  2. Rieccomi! Joker non mi è piaciuto: ha dei buoni momenti, ma nel complesso è un film troppo triste per i miei gusti. Attenzione: mi ha dato noia non la tristezza in sé, ma il fatto che in molti casi si tratti di una tristezza assolutamente gratuita. Va bene indugiare sugli elementi depressivi del film se sono essenziali per lo sviluppo della trama, ma se invece se ne può fare a meno direi che non è il caso di calcarci troppo la mano. Todd Phillips invece ci ha calcato entrambe le mani ed entrambi i piedi, e quindi ha a mio giudizio esagerato.
    Hai colto nel segno quando hai scritto che il Joker è una riflessione sulla rabbia che il popolo prova nei confronti delle élites e dei privilegiati. Thomas Wayne ha commesso l’errore di sottovalutarla, liquidando il movimento fondato involontariamente dal Joker con 2 parole gonfie di disprezzo e di scherno. E’ lo stesso sbaglio che fecero i nostri politici quando Grillo fondò il Movimento 5 Stelle.
    Non solo nel film, ma anche nella vita reale questa rabbia è andata totalmente fuori controllo, e infatti ha finito per assumere degli aspetti grotteschi e pericolosi: cito ad esempio il movimento dei novax, arcignamente convinti senza alcuna prova scientifica che i vaccini siano dannosi e facciano parte di un grande complotto per far arricchire le case farmaceutiche.
    Meno pericoloso, ma comunque insopportabile è il disprezzo nei confronti degli intellettuali, anch’essi visti come un’élite perché fanno un lavoro che non comporta alcuna fatica fisica, e perché c’è la convinzione (sbagliatissima) per cui soltanto i ricconi possono permettersi di andare avanti negli studi fino alla laurea. Un’altra convinzione ridicola che sta prendendo piede riguardo agli intellettuali è che le loro competenze non siano molto diverse da quelle della gente poco istruita, perché anche chi ha la terza media come titolo di studio può acquisire delle buone competenze consultando qualche sito su Internet. Da lì la pretesa di molti ignoranti (novax compresi) di mettersi a discutere alla pari con persone che invece li sovrastano dal punto di vista culturale, anzi neanche alla pari, ma perfino con la presunzione di saperne più di loro.
    Hai ragione anche quando dici che Joaquin Phoenix ci regala l’ennesima interpretazione perfetta della sua carriera, e infatti Joker è palesemente il film che gli farà vincere l’Oscar. A mio giudizio l’unico che potrebbe contenderglielo (partendo comunque largamente sfavorito) è Mark Ruffalo, perché ho letto che ha recitato benissimo in Dark Waters.

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    1. Sì, è un film per il quale è difficile restare indifferenti, può anche suscitare indignazione. Del resto il messaggio di fondo, come scrivevo, è sconfortante e del resto l’intera pellicola esprime cupezza, angoscia. Proprio da questo lo spettatore può distinguere cosa non vada nella nostra società e come poter cambiare le cose, prima che si perda definitivamente il controllo sociale. Phillips a mio parere voleva proporre una possibile conseguenza della situazione contemporanea se non vi si porrà rimedio ma, certamente, ha rischiato e molto. Comunque mi pare che si sia data in generale la giusta interpretazione al film.

      Grazie per il commento!

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  3. Il tuo è stato un articolo molto intelligente e interessante. Mi è piaciuto parecchio il confronto che hai fatto tra luce e ombra in questo film e il modo con cui hai approfondito certe tematiche. Mi piace molto vedere come le persone stiano parlando in maniera così completa di Joker.

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    1. Grazie! Sì, è un confronto che mi ha suggerito la splendida regia di Phillips, supportata da una fotografia eccellente. Anche per questi dettagli, oltre che per le tematiche che affronta, è un film che appassiona, inevitabilmente, ed è sorprendente poiché non mi aspettavo tale accoglienza da parte del pubblico italiano; benissimo così!

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  4. E’ abbastanza raro: non ho solo apprezzato, ma condiviso ogni singola idea espressa e parola scelta per questo post. Una vera soddisfazione, oltre che il piacere di leggere un testo ben composto.
    Tu parli di luce, l’occhio mi cade su uno dei collegamenti proposti da WordPress qui sotto, e noto un frame di Phoenix in ascensore circonfuso dalla luce della lampada in alto, come da un’aureola.
    Tutto si tiene 🙂

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